TEST PER IL CORONAVIRUS

TEST PER IL CORONAVIRUS

TEST PER IL CORONAVIRUS

  • 17/01/2021

TEST PER LA RICERCA DI SARS-COV 2 (CORONAVIRUS): UN PO’ DI CHIAREZZA!
CARATTERISTICHE E DIFFERENZE TRA LE DIVERSE MODALITÀ DI RICERCA DEL VIRUS

1. Tampone molecolare
È il test attualmente più affidabile, il gold standard per la diagnosi di infezione da coronavirus.
Viene prelevato con un bastoncino simile ad un cotton-fioc un campione delle vie respiratorie del paziente, preferibilmente dalla mucosa naso-faringea. Questo campione viene quindi analizzato attraverso metodi molecolari (PCR) per l’amplificazione dei geni virali espressi durante l’infezione. L’analisi può essere effettuata solo in laboratori specializzati. È un processo che richiede tempo e l’esito in genere viene comunicato al paziente in circa 24/48 ore.

Il tampone molecolare è la prima scelta in caso di:
- caso sospetto sintomatico
- contatto stretto di caso confermato che manifesta sintomi
- negli screening degli operatori sanitari,
- nei soggetti a contatto con persone fragili
- per l’ingresso in comunità chiuse.

In altri contesti è indicato ricorrere ai test antigenici rapidi che, oltre essere meno laboriosi e costosi, possono fornire i risultati in meno di mezz'ora e sono eseguibili anche in modo delocalizzato consentendo di accelerare le misure previste.

2. Test antigenico rapido (o “test rapido”)
Questa tipologia di test è basata sulla ricerca, nei campioni respiratori del paziente, delle proteine virali (antigeni).
Le modalità di raccolta del campione sono le stesse dei test molecolari (tampone naso-faringeo), i tempi di risposta sono molto brevi: In circa 15-20 minuti, si ottiene un risultato qualitativo, positivo/negativo o non valido, in caso di campione insufficiente, ma la sensibilità e specificità di questo test sono inferiori a quelle del test molecolare. I dati disponibili dei vari test per questi parametri sono quelli dichiarati dal produttore: 70-86% per la sensibilità (significa fino a 3 falsi negativi su 10) e 95-97% per la specificità.

I test rapidi possono essere utili in determinati contesti, come il tracciamento dei contatti di casi positivi o lo screening rapido di numerose persone.
Nei casi in cui il test rapido dovesse risultare positivo può essere necessario averne la conferma tramite il tampone molecolare specialmente in assenza di un collegamento con altri casi.

NB: recentemente sono state messe a punto due nuove modalità di esecuzione dei tamponi rapidi; uno utilizza l’approccio immunocromatografico e attraverso una cartina che si colora, indica la positività al virus. L’altro, invece, si basa sul metodo dell’immunofluorescenza e avrebbe dimostrato una maggiore attendibilità, paragonabile ai molecolari. Questi test, al momento, vengono eseguiti solo in strutture specializzate.

E’ necessario sottolineare che, sia per il tampone molecolare che per il rapido, la modalità di esecuzione è un aspetto fondamentale: il tampone deve andare bene in profondità, non limitarsi ai primi centimetri del naso.

3. Test sierologico classico (sul sangue)
Mentre il “tampone”, sia esso molecolare o rapido, individua nelle secrezioni respiratorie del paziente il virus o le sue proteine, il test sierologico (o immunologico) rileva la presenza nel sangue degli anticorpi specifici che il sistema immunitario produce in risposta all’infezione, la loro tipologia (IgG, IgM, IgA), ed eventualmente la loro quantità. Questo test, denominato anche ELISA o CLIA o IFA a secondo della tecnologia utilizzata, richiede un prelievo di sangue venoso, e viene effettuato presso laboratori specializzati.

4. Test sierologico rapido (“pungidito”)
I test sierologici rapidi si basano sullo stesso principio di quelli classici, ma sono semplificati e danno risposte solo di tipo qualitativo, dicono cioè soltanto se nell’organismo sono presenti gli anticorpi specifici per il virus.
Questi test sono di semplice esecuzione: sul dispositivo di rilevazione viene depositata una goccia di sangue ottenuta con un pungidito, e la presenza di anticorpi viene visualizzata mediante la comparsa sul dispositivo di una banda colorata o di un segnale fluorescente letto con uno strumentino portatile.
L’affidabilità di questo tipo di test è tuttavia molto variabile, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità attualmente non raccomanda l’utilizzo di questo tipo di test per la rilevazione di anticorpi nell’assistenza ai pazienti.

NB: quindi i test sierologici, proprio poichè gli anticorpi compaiono dopo circa 7 giorni dall'infezione, non sono in grado di dire se il paziente ha una infezione in atto, ma soltanto se è entrato o meno in contatto con il virus e, pertanto, non servono per fare diagnosi.

5. Test salivari
Attualmente in fase di sperimentazione, andranno considerati come alternativa ai test antigenici rapidi su tampone oro-naso faringeo o nasali se le validazioni e le esperienze pilota oggi in corso in Italia daranno risultati che ne indicano un uso anche nella routine di sanità pubblica.
Si sottolinea che i sistemi di raccolta della saliva tipo "Salivette" non appaiono al momento adeguati, per modalità di svolgimento, per i soggetti non collaboranti a causa del rischio di ingestione del dispositivo di raccolta.

BIBLIOGRAFIA
- Inmi.it (Istituto Nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”)
- Humanitas.it
- Sito dell’Istituto superiore di sanità: www. ISS.it
- Fondazioneveronesi.it

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